Thailandia. Approvata legge sul testamento biologico
Il testamento biologico diverra’ legge in Thailandia. Lo scorso 4 gennaio, la legge sulla salute pubblica, che include la regolamentazione delle dichiarazioni anticipate di volonta’, e’ stata approvata senza problemi nel parlamento. Appena il Re controfirmera’ il testo, la nuova legge entrera’ in vigore.
Nella Sezione 10 del testo di legge si legge: “Una persona ha il diritto di sottoscrivere dichiarazioni anticipate nelle quali esprime la propria decisione di non ricevere trattamenti medici che servono solamente a posporre la morte durante le fasi finali della vita. Le suddette dichiarazioni saranno rispettate secondo le procedure ed i criteri previsti nella regolamentazione ministeriale. I sanitari hanno l’obbligo di onorare le dichiarazioni anticipate e facendo cio’ non saranno ritenuti responsabili delle conseguenze”.
Mentre i sostenitori hanno accolto favorevolmente la legge, citando il rispetto della scelta individuale, gli oppositori -quali ad esempio Somkiat Onwimon- hanno espresso preoccupazione per una eventuale introduzione nell’ordinamento dell’eutanasia. “Il diritto a morire e’ un argomento molto importante. Come possiamo lasciare che su cio’ decidano i regolamenti ministeriali?” ha detto Somkiat. “Come possiamo decidere che questa persona e’ gia’ nelle fasi finali della sua vita?”.
Ma il ministro della Salute pubblica Mongkol na Songkhla ha difeso la legge. “Sono soddisfatto per l’approvazione di questa legge. Non e’ come tutte le altre. La gente ha partecipato attivamente alla sua stesura”, ha detto il ministro.
Infatti, alcune parti principali della Sezione 10 mirano a dare al paziente il diritto a scegliere se ricevere o no dei trattamenti medici, senza che il medico si sostituisca all’individuo. “Senza le dichiarazioni anticipate, i parenti ed i medici del paziente di solito prendono loro le decisioni”, ha detto Mongkol.
Il ministero -assicura- scrivera’ regole chiare su coloro che avranno priorita’ nel decidere sui trattamenti medici. Sempre secondo il ministro, alcuni pazienti non se la sentivano di prolungare la propria vita di poche ore sostenendo un costo straordinario per le loro famiglie. “I costi medici possono addirittura far fallire una famiglia”, ha detto.
Il parlamentare Ampon Jindawattana, membro della commissione che ha preso in esame la proposta di legge, ha detto che leggi molto simili erano gia’ state approvate in molti altri Paesi, tra cui Singapore e la Danimarca. “L’aspetto migliore e’ che le dichiarazioni anticipate permettono ad una persona di morire tranquillamente quando arriva il momento”, ha detto Ampon, citando il caso del famoso monaco buddista Buddhadasa Bhikkhu. Prima di morire nel 1993, espresse la sua intenzione di morire in pace nel suo tempio e non attaccato ad un respiratore. Nonostante questo, i suoi seguaci si opposero alla sua volonta’ e chiesero che fosse attaccato ad un ventilatore polmonare.
Secondo Ampon, le dichiarazioni anticipate indicheranno con precisione la condizione medica di una persona prima che vengano eseguite dai medici. Tra queste condizioni vi e’ il coma irreversibile ed il collasso respiratorio.
“I medici esamineranno le condizioni del paziente e decideranno se e’ il momento di onorare le dichiarazioni anticipate. Per esempio, se il maestro Juling Pangamoon avesse sottoscritto un testamento biologico prima di entrare in coma, i medici non sarebbero d’accordo sulla sospensione delle cure in quanto e’ ancora giovane e ha una possibilita’ di recuperare”, ha spiegato Ampon. Juling, 24 anni, fu picchiata duramente da una folla inferocita quando aveva chiesto il rilascio di alcune persone sospettate di aver provocato violenza. “Ma se la stessa cosa capita ad un paziente di 80 anni, i medici onorerebbero le volonta’ anticipate”.
Il Consiglio Medico, ha detto Ampon, avra’ il compito di formulare linee guida che i medici dovranno seguire nel valutare quando un paziente raggiunge la fase finale della propria vita. “Saranno forniti dettagli chiari. La Sezione 10 non permette l’eutanasia”.