Spagna. Manifesto contro proposta Zapatero: il preembrione non esiste

Il preembrione e’ un termine con cui eufemisticamente alcuni ricercatori e settori interessati definiscono l’embrione nei suoi primi giorni di vita; in realta’ e’ un essere umano a tutti gli effetti. Lo sostengono alcuni ricercatori, scienziati, accademici e cattedratici. Piu’ di 200 esperti hanno reso pubblico, l’11 dicembre, un manifesto che illustra la loro posizione divergente rispetto ad alcuni contenuti del Proyecto de Ley de Investigacion en Biomedicna predisposto dall’Esecutivo Zapatero, e in discussione alla Camera dei Deputati il 14 dicembre. Il manifesto, promosso da Luis Franco Vera della Real Academia de Ciencias Exactas, Fisicas y Naturales e professore di Biochimica e Biologia molecolare dell’Universita’ di Valencia, e’ stato firmato da 14 accademici, 2 ricercatori insigniti del Premio Jaime I, 39 cattedratici e oltre 150 tra ricercatori e professori.
Il termine “preembrione” e’ inammissibile. “Da un punto di vista strettamente scientifico, non hanno senso distinzioni semantiche come quella che definisce “preembrione” l’embrione ottenuto dalla fecondazione in vitro“, dice il manifesto. Secondo questi studiosi, ci sono dati che rendono “inammissibile, dal punto di vista biologico, identificare l’embrione come una semplice massa di cellule, persino nei giorni antecedenti il suo impianto”. L’embrione e’ “un organismo individuale della specie Homo sapiens, certamente in uno stato iniziale dello sviluppo, ma non per questo titolare di uno statuto biologico distinto da quello di un adulto”, aggiungono.
Sull’uso terapeutico delle cellule staminali, i firmatari del manifesto vogliono evitare la “creazione di false speranze nell’impiego di cellule staminali d’origine embrionale”, giacche’ “queste cellule non hanno dato luogo, finora, ad applicazioni realmente terapeutiche negli esseri umani”. In piu’, non va dimenticato l’alto tasso di tumoralita’ generato dalle cellule embrionali -in oltre il 60% degli animali in cui sono state impiantate. Viceversa, questi specialisti promuovono l’uso di cellule staminali adulte, in particolare se estratte dall’organismo del paziente. “Hanno dato luogo al trattamento di oltre 70 patologie umane di diverso tipo e sono numerosi i protocolli di sperimentazione clinica in atto, con risultati in molti casi promettenti”, assicurano. Di fatto, “sono 544 i protocolli che utilizzano cellule staminali adulte, e non ne e’ stato presentato nemmeno uno con cellule d’origine embrionale”. Servano come esempio due recenti esperimenti realizzati con staminali adulte impiegate in casi d’ infarto e di cecita’. Un gruppo di ricercatori britannici ha iniettato nel cuore delle cellule staminali estratte dal midollo osseo dell’anca per curare un infarto del miocardio. Questo genere di cellule ha la capacita’ di svilupparsi e di convertirsi in vari tipi di cellule, in questo caso in cellule del muscolo colpito. Gli specialisti basano le loro speranze su esperimenti e studi clinici che sono gia’ stati realizzati nel continente europeo, come quello che ha dato buoni risultati presso la Clinica universitaria di Navarra, che adotta una tecnica simile. Pero’, mentre all’Universita’ di Navarra si iniettano le cellule staminali nel ventricolo dopo cinque o sei settimane dall’infarto, in Gran Bretagna si usa la stessa tecnica “intracoronarica” entro cinque ore appena dall’attacco cardiaco. Un altro successo e’ stato ottenuto sempre da medici britannici, i quali sono riusciti a guarire animali ciechi utilizzando cellule nervose oculari. Essi hanno curato topi privi della vista tramite impianti oculari di cellule staminali, capaci di collegarsi ai nervi oculari gia’ esistenti e di riparare il tessuto danneggiato. I protagonisti di questa scoperta credono che il trattamento potra’ restituire la vista a milioni di persone in un arco di tempo non superiore a un decennio. “I trapianti di fotorecettori sono l’unica speranza per milioni di pazienti, e abbiamo dimostrato che rappresenta un’alternativa percorribile per restituire la vista ai ciechi”, ha assicurato l’8 novembre il responsabile dello studio, .
Fino a quando?
Alla luce di queste ed altre scoperte analoghe, raccolte da precedenti informazioni su ForumLibertas.com, non resta che chiedersi: fino a quando i ricercatori e le industrie biotecnologiche che sperimentano con gli embrioni proseguiranno con i loro studi? E, di pari passo: fino a quando le amministrazioni pubbliche e la maggioranza dei mezzi di comunicazione continueranno a dar loro sostegno economico e mediatico?. Il manifesto sottoscritto da oltre 200 esperti fa “un appello affinche’ la discussione scientifica si svolga con animo aperto, in modo che, basandosi su argomenti scientifici, ciascuno possa emettere un giudizio corretto sui diversi modi d’operare nella ricerca biomedica”.