Risparmiatori e terrorismo. Come guadagnare soldi. L’esempio di Hamas

 
Secondo uno studio (1) pubblicato sulla rivista Ssrn col titolo “Trading on terror?” alcuni trader che apparentemente avevano conoscenze approfondite sul massacro che Hamas ha poi fatto in Israele il 7 ottobre, hanno guadagnato 862 milioni di dollari. “Abbiamo documentato un picco significativo nelle vendite allo scoperto nei principali ETF di società israeliane giorni prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre” afferma lo studio.

I trader collegati ad Hamas hanno ben pensato che i fondi israeliani, dopo il loro massacro, sarebbero crollati in borsa. Operazione speculativa ad alto rischio per chi vive e prospera nell’alto rischio e non si pone tanti problemi per realizzare i propri obiettivi.

Questo ci aiuta non solo a comprendere (per chi avesse ancora dei dubbi) cosa significa il trading, ma anche come una guerra possa essere utilizzata: “pecunia non olet” (il denaro non ha odore).

Non sappiamo se i guadagni di queste speculazioni siano finiti solo nelle tasche degli amici di Hamas o, da questi amici, nelle tasche dei massacratori del Medio Oriente, e non solo. Certamente – consumatori e risparmiatori – ne ricaviamo una riflessione: la nostra cultura e la nostra pratica economica e finanziaria sono parte di un sistema in cui tutto è possibile. Informarsi prima di acquistare o investire, se forse ci fa sentire non responsabili di quanto ci è estraneo, non è detto che lo sia in assoluto.

1 – con le autorevoli firme di di Robert J. Jackson Jr. della New York University School of Law e Joshua Mitts della Columbia Law School

Qui il video sul canale YouTiube di Aduc

 

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