Rapporto tossicodipendenze. informazioni mancanti e analisi insensate e distorcenti (2)

Dati e argomenti: confusione e ignoranza
I dati utilizzati nella Terza Parte sono introdotti nella Seconda Parte così:
All’interno del Rapporto l’analisi dei ricoveri ospedalieri è effettuata attraverso le informazioni desunte dal flusso delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), disciplinato dal DM del 27 ottobre 2000 n.380 e successive modifiche. Tale flusso raccoglie le informazioni relative a tutti gli episodi di ricovero erogati nelle strutture ospedaliere pubbliche e private presenti sul territorio nazionale permettendo, attraverso la selezione delle diagnosi correlate all’uso di droghe, l’analisi dell’assistenza erogata (1) in ambito ospedaliero per la dipendenza da sostanze stupefacenti (2).
Il Ministero della salute, unitamente alle regioni, ha condiviso di sintetizzare in 7 gruppi la rappresentazione delle diagnosi (Tabella 2.1.1), permettendo così una più semplice lettura del fenomeno.
Tabella 2.1.1 – Diagnosi di ricovero A pagina 25 si parla poi di patologie concomitanti ‘Attraverso il sistema SIND si rilevano, inoltre, i dati relativi alle patologie concomitanti.’ che sono poi riportate in una tabella non citata nel testo che risulta numerata 2.1.2, come la successiva. In realtà tali patologie comprendono solo patologie mentali e la fonte dei dati richiamata è SIND, molto incompleta, come visto nel primo intervento critico; quindi, non si riferisce ai dati relativi alle dimissioni di soggetti ricoverati (SDO), che sono, invece, molto completi proprio per quanto riguarda le patologie concomitanti.

Tabella 2.1.1 – Diagnosi di ricovero

Diagnosi di ricovero correlate all’uso di droghe ICD9-CM
Psicosi da droghe 292
Dipendenza da droghe (esclusi barbiturici e sedativi) 304.0, 304.2-9
Abuso di droghe senza dipendenza (esclusi barbiturici, sedativi ed antidepressivi) 305.2-3, 305.5-7, 305.9
Avvelenamento da oppiacei e narcotici correlati 965.0
Avvelenamento da anestetici di superficie (topici) e da infiltrazione – cocaina 968.5
Avvelenamento da psicodisleptici (allucinogeni) 969.6
Avvelenamento da psicostimolanti 969.7

La Tabella 2.1.2. citata nel testo è introdotta così.. ‘Il Ministero della salute, unitamente alle regioni, ha inoltre predisposto una tabella tesa a sintetizzare i singoli interventi per tipologie di attività (Tabella 2.1.2).’ Anche questa tabella riguarda i dati SIND.

Tabella 2.1.2 –Patologie concomitanti

Patologia concomitante ICD9-CM
01 – Schizofrenia e altre psicosi funzionali 295, 297, 298 (escl. 298.0), 299
02 – Mania e disturbi affettivi bipolari 296.0, 296.1,296.4-8,
03 – Depressione

296.2-3, 296.9, 298.0, 300.4, 309.0, 309.1, 311

04 – Sindromi nevrotiche e somatoformi

300 (escl. 300.4), 306, 307.4, 307.8-307.9, 308, 316

05 – Disturbi della personalità e del comportamento 301, 302, 312
06 – Alcolismo e tossicomanie

291, 292, 303, 304, 305

07 – Demenze e disturbi mentali organici 290, 293, 294, 310, 293, 294
08 – Ritardo mentale 317, 318, 319
09 – Altri disturbi psichici

307.0-307.3, 307.5-307.7, 309.2-309.9, 313, 314, 315

99 – Non disturbi psichiatrici  

La Tabella 2.1.2. citata nel testo è introdotta così.. ‘Il Ministero della salute, unitamente alle regioni, ha inoltre predisposto una tabella tesa a sintetizzare i singoli interventi per tipologie di attività (Tabella 2.1.2).’ Anche questa tabella riguarda i dati SIND.

Tabella 2.1.2 – Attività ed interventi

Tipo di attività Singoli interventi
Altro

Relazioni sul caso, prescrizioni e certificazioni, Colloqui di prevenzione, Predisposizione/revisione programma terapeutico individuale e negoziazione terapeutica, Prestazioni alberghiere, Prestazioni straordinarie di carattere economico

Sanitario

Visite, Interventi di prevenzione delle patologie correlate, Esami e procedure cliniche

Farmacologico Somministrazione farmaci e vaccini
Psicosociale

Colloqui di assistenza, Interventi psicoterapeutici, Interventi socio/educativi, Test psicologici, Attività di reinserimento, Accompagnamento paziente

Inserimento in comunità Inserimento in Comunità

Evidentemente nella preparazione del rapporto non si effettua regolarmente la lettura finale, con attenzione, su quanto scritto e, soprattutto, manca evidentemente l’interesse a comunicare correttamente le informazioni.
Si dice poi:
‘Infine sono stati utilizzati i dati di costo rilevati dai modelli relativi ai costi per livelli di assistenza (LA) disciplinati dal DM del 16 febbraio 2001 e successive modifiche.
La popolazione utilizzata per la costruzione dei tassi si riferisce alla popolazione italiana al 1° gennaio 2021. Ai fini delle analisi seguenti sono stati inclusi soltanto gli assistiti per i quali la regione abbia inviato i dati di anagrafica, di contatto e prestazioni.’

Data la carenza di informazioni nei dati SIND sopra citati, come riportato già, l’analisi relativa ai costi è assolutamente inaccettabile, essendo basata su una estrema piccola parte di dati e quindi essendo una sottostima.
Tonando ai dati SDO, richiamati come altra fonte di dati nella Terza Parte e tornando alla Tabella 2.1.1, un primo grave errore, che denuncia ignoranza del fenomeno, è l’esclusione dalle analisi di barbiturici ecc.., che, come si vede, sono anche discordi nei due punti evidenziati sopra, tra le sostanze di interesse. Infatti, in tutto il mondo appare un’attenzione particolare all’uso ampio, anche fuori delle prescrizioni, di tali sostanze come sostituti di sostanze illegali o uso illegale di sostanze legali. Molti decessi nel Nord America negli ultimi anni sono proprio legati all’uso eccessivo anche di tali sostanze, e si può dire anche in Italia, come risulta dai dati della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga (DCSA) sui decessi per overdose (Tabella e Figura DCSA).

Tabella DCSA. Dati relativi ai decessi rilevati da DCSA
 

Sostanze 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Diminuzione percentuale tra il 2019 e il 2021
Cocaina 39 53 64 65 69 64 -1,54%
Eroina 100 149 156 168 136 135 -19,64%
Cannabis 0 0 0 0 0 0 Non calcolabile
Sostanze sintetiche 1 5 3 4 4 2 -50,00%
Altre droghe 126 90 113 137 99 92 -32,85%
TOTALE 268 297 336 374 308 293 -21,66%
% decessi per altre droghe 47,76% 30,30% 33,63% 36,63% 32,14% 31,40% -14,28%

 

Come si vede i decessi per ‘altre droghe’ non sono mai trascurabili e, tra le altre droghe anche quelle escluse nel rapporto tossicodipendenze sono comprese.

Osserviamo che nel 2020 e 2021, anni di pandemia, c’è una diminuzione nel numero dei decessi rilevati da DCSA, come mostra l’ultima colonna della tabella, ma non è detto che il fenomeno dei decessi sia in decrescita, dato che l’acquisizione dei dati DCSA dipende dalla comunicazione spontanea, ma non obbligatoria, da parte dei soggetti (medici/sanitari) che registrano il decesso e, nel 2020 e 2021, è molto probabile che tali comunicazioni spontanee siano state ostacolate dal lavoro medico-sanitario legato al covid 19.

Figura DCSA. Dati relativi ai decessi rilevati da DCSA.

Importanza cruciale dei dati SDO per conoscenza, assistenza e prevenzione: analisi completamente assenti nel Rapporto Tossicodipendenze

Le analisi effettuate e riportate in sintesi nel rapporto mostrano una generale ignoranza sull’uso delle sostanze psicotrope, illecite e lecite illegalmente, da parte di chi ha analizzato i dati SDO e prodotto le analisi e sembra anche chiara l’ignoranza proprio rispetto all’informazione disponibile nei dati SDO e alla loro struttura. Inoltre, nel testo si parla alcune volte di soggetti dimessi e altre volte di dimissioni, concetti che non sono scambiabili. Oltre a non fornire informazioni sulla o sulle sostanze non si offrono neppure informazioni demografiche, che sono disponibili, come età, genere… I dati SDO, infatti, oltre ad essere dati totali, cioè relativi a tutta la popolazione di ricoverati dimessi in Italia, sono anche piuttosto completi. La scheda di dimissione ospedaliera (SDO) raccoglie le informazioni relative ad ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale. Le malattie riportate nelle SDO vengono codificate mediante un sistema di classificazione internazionale (ICD). Oltre alle informazioni relative alle malattie sono disponibili le informazioni di tipo demografico. Inoltre, i dati contengono 5 voci di diagnosi, dove può comparire per alcuni una indicazione di conseguenze di uso di sostanze psicoattive legali o illegali (intossicazione, avvelenamento ecc.), ma contengono anche informazioni relative alle malattie che hanno indotto il ricovero da cui si è stati dimessi.
I dati sono regolarmente disponibili presso il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità e sono interrogabili sia relativamente ai ricoveri che ai ricoverati. L’Istat accede ai dati relativi ai ricoveri.
Uno studio ampio di questi dati, sui ricoverati con una diagnosi almeno relativa a uso di sostanze, è stato condotto nell’ambito del progetto Eranid-IDPSO, come collaborazione tra il consorzio MIPA e il Servizio di Statistica dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio ha permesso di analizzare il legame dell’uso delle diverse sostanze con particolari malattie, ovvero studiare la comorbidità relativa all’uso di sostanze, comprese quelle escluse dalla Tabella 2.1.1. Questa informazione è molto importante e andrebbe studiata e resa pubblica da parte del Ministero della Salute regolarmente proprio per migliorare l’assistenza nei SerD (o SerT), fornendo a chi deve assicurarla l’informazione sul tipo di malattie da attendersi da parte di chi usa certe sostanze, in funzione anche dell’età e del genere. Il lavoro condotto è in corso di revisione e sarà poi pubblicato in campo scientifico e reso disponibile (3), ma tutto questo dovrebbe essere parte del Rapporto Tossicodipendenze e non dovrebbe essere solo lavoro di ricerca scientifica, ma lavoro ‘standard’ del Ministero della Salute per migliorare la Salute pubblica e l’assistenza ai consumatori ‘a rischio’ di sostanze legali e illegali.
Solo per anticipare qualche risultato particolarmente importante del lavoro scientifico, ignoto al Ministero della Salute, si può affermare che:
– Gli utilizzatori di eroina o oppioidi mostrano in media più ricoveri dei consumatori, per esempio, di cannabis, come anche di cocaina.
– L’uso di oppioidi è correlato, oltre che con malattie infettive, come HIV, HBV, HCV ecc., anche con malattie respiratorie, digestive e urinarie per le donne, che mostrano un’incidenza significativamente maggiore rispetto alle donne ricoverate coetanee, che non utilizzano oppioidi.
– L’uso di cannabis è correlato a un andamento di ricoveri non significativamente diverso da quello dei non utilizzatori di sostanze.
– L’uso di cocaina è correlato solo con malattie infettive per le donne.
– L’uso di cannabis come poli-uso con altre sostanze mostra correlazione con malattie infettive.
Quest’ultimo risultato mette in luce come l’uso di sola cannabis non alteri la prevalenza di malattie rispetto alla popolazione che non usa sostanze, mentre il poli-uso di cannabis con altre sostanze mette a rischio la salute per quanto riguarda le malattie infettive.
È veramente scandaloso che tali analisi, che dovrebbero essere regolarmente effettuate da chi è tenuto a provvedere all’informazione sull’assistenza e prevenzione, non vengano neppure immaginate.
Altrettanto scadenti sono i dati relativi agli accessi al Pronto Soccorso per i gruppi diagnostici correlati all’uso di droghe da cui è completamente trascurata la sostanza. Anche le diagnosi sono piuttosto generiche e non si tiene conto che la maggior parte degli interventi di Pronto Soccorso a utilizzatori di sostanze è legato a incidenti, che non sono analizzati, mentre i dati dovrebbero essere disponibili e analizzati come fatto in forma preliminare a livello scientifico quasi 8 anni fa (4).

NOTE
1 – Come si vedrà nel seguito per valutare l’analisi dell’assistenza erogata ci si limita all’obiettivo di valutazione dei costi sostenuti, senza nessun interesse a quello che il Ministero della Salute dovrebbe curare, cioè conoscere le caratteristiche di tali ricoveri per fornire informazioni a chi deve prevenire e provvedere assistenza, almeno sanitaria, ai soggetti a rischio di ricovero.
2 –  L’informazione della struttura dei dati SDO è solo parzialmente considerata; infatti, ci si limita a mettere al centro, come unità statistica, il singolo ricovero e non il soggetto ricoverato, su cui anche si può lavorare con quei dati, se si ha, soprattutto, come obiettivo l’assistenza e l’identificazione e prevenzione secondaria delle malattie legate all’uso delle sostanze e non la valutazione dei costi. Si parla inoltre solo di dipendenza da sostanze, ma poi si analizzano anche i ricoveri per altre diagnosi legate all’uso di sostanze.
3 – Una prima presentazione ufficiale, che riguarda i ricoveri per uso di oppioidi, è prevista il 23 novembre prossimo in capo internazionale.
4 – Giovanni Michele Lagravinese, Alessia Mammone, Carla Rossi, Miriam De Vita, Valeria Marino, Alessandro Feola, Luigi Tonino Marsella. (2015). The frequency of polidrug use in a driving population in Rome. Epidemiology, Biostatistics and Public Health, vol. 12-1, suppl.1.
 

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Rapporto tossicodipendenze. informazioni mancanti e analisi insensate e distorcenti (1)

Introduzione
E’ stato recentemente reso disponibile, sul sito del Ministero della Salute, il Rapporto tossicodipendenze, dove si riportato dati sulla salute e assistenza medico/sanitaria di utilizzatori di sostanze illegali nei servizi che dipendono dal Ministero: SerD o SerT, Case di cura pubbliche e private (dati di dimissione ospedaliera identificati con la sigla SDO) e Servizi di Pronto Soccorso.
Il Rapporto è suddiviso in sezioni:
Dopo un’Introduzione, in cui si riassumono le basi e i principali “risultati”, si passa alla Prima Parte, dove si richiama il “nuovo” sistema informativo SIND, ovvero la struttura dei dati forniti dai Servizi Pubblici per le Tossicodipendenze/Dipendenze, in uso dopo il 2012. I dati sono raccolti dalle regioni e poi trasmessi al Ministero.
I dati riportati nella Seconda Parte raccolgono “teoricamente” le informazioni sui soggetti da assistere relative alla situazione demografico/sociale e a quelle strettamente legate all’uso di sostanze illegali, modalità  e conseguenze mediche. Vengono poi riportate le terapie utilizzate.
La Terza Parte riporta le informazioni di interesse, identificate da chi ha scritto il rapporto, derivabili dai dati SDO e dai dati relativi agli interventi di Pronto Soccorso.

Ci sono molti punti scadenti sia nella Seconda che nella Terza Parte, per non appesantire proporremo due puntate.

Bisogna tener presente che si sostiene di riportare, specificamente per la Seconda Parte, le analisi dei dati del Sistema Informativo Nazionale delle Dipendenze relativo all?anno 2021, e l’introduzione inizia così ˜..Il Rapporto SIND tossicodipendenze 2021 illustra nel dettaglio i principali dati sull’utenza”
E sotto si dice:
I dati che vengono presentati nel Rapporto sono riferiti all’anno 2021 e rappresentano una fotografia dei servizi, delle caratteristiche degli utenti e delle attività  dei servizi di dipendenze nonché delle risorse di personale.

In realtà , se si approfondiscono i dati utilizzando tutte le tabelle fornite esplicitamente, si verifica che ben poco si può sostenere di “conoscere” sui soggetti seguiti. Si conosce l’età , sia dei nuovi trattati che di quelli già  in carico e anche il sesso, ma quasi null’altro per quanto riguarda la situazione relativa all’istruzione, al sociale, al lavoro e, soprattutto, alla “carriera di utilizzatore di sostanze illegali”. Sarebbe indispensabile conoscere tutto questo per poter svolgere adeguatamente il lavoro di assistenza e il lavoro di informazione necessaria, come viene esplicitamente richiamato, per quanto riguarda sia la relazione annuale al parlamento, di cui i dati SIND dovrebbero essere un’informazione centrale, sia la trasmissione dei dati all’Osservatorio Europeo (EMCDDA).
Per spiegare meglio le gravi carenze basta considerare tutte le tabelle, relative alla Seconda Parte, e valutare l’incidenza del “non noto“. Poi naturalmente si ottiene come conseguenza l’uso scorretto e distorto dei dati nelle analisi proposte.

Dati mancanti: livello e uso distorto
Riporto i principali dati mancanti che, solo parzialmente, sono anche mostrati nel grafico di Figura 1, che appare sul rapporto come Figura 3.6. Analisi della qualità. E’ onesto che compaia tale analisi, ma nel testo si riportano comunque i dati molto scadenti, come se avessero un valore di conoscenza, e se ne conducono le analisi senza senso.
 

Figura 1. Qualità  dei dati riportata nel rapporto


Alcune Tabelle in cui mancano troppi dati
Non si riportano tutte le Tabelle per non scrivere un pezzo troppo noioso. Visto il metodo chiunque può controllare quelle non citate espressamente che, comunque, si comportano analogamente rispetto a quelle analizzate.

Tabelle:
1. Distribuzione regionale degli utenti trattati per stato civile – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e lo stato civile non è noto per oltre il 20% dei casi. Circa l’1% manca nel Lazio e oltre il 57% in Puglia e Campania.
I dati sono utilizzabili nel Lazio, ma certamente non utilizzabili per analisi nazionali, o in regioni da cui manchi più del 10% dei casi.
Analogamente vanno escluse, per ogni tabella, le analisi nazionali e regionali in ogni situazione che mostri più del 10% di dati mancanti.
2. Distribuzione regionale degli utenti trattati per condizione abitativa e convivenza – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e la condizione abitativa non è nota per oltre il 36% dei casi. Circa l’1% manca nel Lazio e il 100% in Molise e oltre 82% nelle Marche.
3. Distribuzione regionale degli utenti trattati per condizione abitativa e convivenza con figli – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e la condizione abitativa e convivenza non è¨ nota per oltre il 77% dei casi. Lo 0% manca in Molise, Calabria e Valle d’Aosta e oltre il 95% in Friuli-Venezia Giulia, Emilia e Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna.
4. Distribuzione regionale degli utenti trattati per condizione abitativa (dove) – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e la condizione abitativa non è nota per oltre il 32% dei casi. Circa l’1% manca nel Lazio e oltre il 50% in Lombardia, Liguria, Puglia e Campania.
5. Distribuzione regionale degli utenti trattati per titolo di studio – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e il titolo di studio non è noto per oltre il 19% dei casi. Circa l’1% manca nel Lazio e nella Provincia autonoma di Trento e oltre il 50% in Puglia e Campania.
6. Distribuzione regionale degli utenti trattati per condizione professionale – Utenti totali
Il numero totale dei soggetti considerati è 123.871 e la condizione professionale non è¨ nota per oltre il 19% dei casi. Circa l’1% manca nel Lazio e nella Provincia autonoma di Trento e oltre il 50% in Puglia e Campania.
7. Distribuzione degli utenti trattati per classi di età  – Utenti totali – rispetto al trattamento in corso
Per ogni sostanza si osserva dato mancante per meno del 3%.
8. Distribuzione degli utenti trattati per età  al primo uso – Utenti totali
Per tutte le sostanze si osserva dato mancante per oltre il 13%. Per eroina, cocaina e cannabis, che rappresentano oltre il 95% delle sostanze utilizzate dagli assistiti, si oscilla tra il 12% e il 13%.
9. Distribuzione degli utenti trattati per classi di età  – Utenti totali – si intende l’età  al primo trattamento
Per tutte le sostanze si osserva dato mancante per oltre il 56%. Per eroina, cocaina e cannabis, che rappresentano oltre il 95% delle sostanze utilizzate dagli assistiti, si oscilla tra il 50% e il 60%.

Questa carenza, che non era così presente, prima dell’introduzione di SIND come sistema informativo, e i dati venivano forniti per EMCDDA direttamente dal Ministero, non permette più di utilizzare un metodo di stima sviluppato dall’Italia e utilizzato da noi fino al 2011, che altri paesi riescono ad utilizzare ancora, e compare tuttora ufficialmente come “linee guida EMCDDA per stima di incidenza di consumatori problematiciâ”

Le tabelle che riguardano la frequenza di consumo e la modalità  di somministrazione mostrano ancora molti dati mancanti. Più adeguati sono i dati in cui si riportano gli interventi assistenziali, le analisi relative alla positività di HIV, HBV e HCV. Per queste ultime bisogna osservare che, però, se ne conducono troppo poche.

I dati relativi alle dimissioni ospedaliere e agli interventi di pronto soccorso sono molto limitati, ma è meglio tornarci in una seconda puntata, rimanendo ora sui dati relativi agli assistiti nei servizi pubblici dove si può mostrare l’assurdità  delle analisi svolte e mostrate nel seguito del rapporto.

Analisi riportate in forma grafica nel rapporto, prodotte inutilmente e non utilizzabili per dati mancanti
Il grafico relativo alla Figura 6.1.4 del rapporto, riporta le età medie in 3 situazioni critiche: il primo uso di qualunque sostanza, il primo trattamento e l’età  attuale. Tutto questo non ha alcun significato corretto, dato che mancano più della metÃà  dei dati relativamente all’età  al primo trattamento. Inoltre, è utile, se si può, considerare tali età  relative alle diverse sostanze utilizzate, per la ricostruzione della “carriera”, e non mettere tutto insieme. Chiaramente viene fatto così per grande mancanza di dati, ma non ha nessuna utilità , il grafico non fornisce nessuna informazione utile o interessante da poter utilizzare.
Tutti i grafici successivi, fino alla Figura 6.1.7, analogamente non hanno senso, come pure la Figura 6.1.8. non ha senso, sempre per i numerosi dati mancanti e analogamente le Figure da 6.1.9. a 6.1.13. Anche la Figura 6.2.6 non ha senso, sempre per mancanza di dati.
 Fonte: NSIS – Sistema informativo nazionale dipendenze (SIND) – anno 2021

Si possono anche riportare espressamente tutte le Figure, ma basta far osservare che nella Seconda Parte da pagina 40 a pagina 58 ben 14 pagine sono da eliminare. Da pagina 59 a pagina 71 ben 5 sono da togliere. Si possono tenere le pagine da 72 a 79, mentre le pagine da 80 a 96 vanno escluse e le 97/98 vanno escluse per incompletezza, che richiede un trattamento complesso da riportare nella seconda puntata. Nelle pagine successive della Seconda Parte si riportano le prestazioni fornite agli assistiti di cui ci si può occupare marginalmente nel seguito, essendo presumibilmente corrette.
 

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