Passaporto delle mie brame. Toppe su toppe. Urge riforma


Sono quotidianità le lamentele per le lungaggini o l’impossibilità di rilascio del passaporto. E’ come per i taxi che non ci sono: ogni tanto qualcuno si lamenta, le autorità dicono la loro e tutto torna come prima. Taxisti e uffici passaporti delle Questure, gli intoccabili!

Il passaporto è peggio, perché riguarda solo i cosiddetti comuni mortali chè, mentre alcuni personaggi politici possono incappare in un taxi che non si trova, certamente gli stessi non hanno problemi per l’emissione di un passaporto.
Essendo quindi un problema solo del cosiddetto popolo…. “campa cavallo che l’erba cresce”. 

Ora al ministero hanno fatto sapere che – in via sperimentale, per carità – si rivolgono ancora alle Poste. E mentre aspettiamo il passaggio dall’esperimento alla realtà, i primi appuntamenti sono del tipo: nel 2025, fra sei mesi, in pochi giorni se dimostri che vai a farti un’operazione all’estero, fino al “tutto pieno, riprova”. I temerari si mettono in fila la sera prima davanti ad alcune questure che fanno il giorno “tana, liberi tutti” e, dopo la notte all’addiaccio, se hanno fortuna, ce la fanno.

That’s Italy!

Proviamo a capire come potrebbe funzionare. Digitalizzazione, ovvio! Personale non in lavoro a domicilio, ovvio!

Semplificazione
La patente di guida, e qualche altro documento rilasciato dalla pubblica autorità, non sono documenti di identità ma hanno legittimità NAZIONALE per il riconoscimento (art. 35 dpr 445/2000).
La cartà d’identità vale anche in Ue a altri Paesi convenzionati.
Ultimamente, per costi ma soprattutto tempi, è complicato anche ottenere la carta d’identità, tutta digitalizzata ma che – “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” – costa molto di più della vecchia carta cartacea che veniva fatta all’istante.
Carta d’identità e passaporto: un unico documento
Perché carta d’identità e passaporto non possono essere un unico documento? Ovviamente con dei distinguo per alcuni casi in cui il titolare non gode del diritto all’espatrio (minorenni, cittadini residenti ma non italiani). Un unico documento, frutto di collegamenti digitali tra vari archivi. Abbiamo già un’anagrafe nazionale, che non è il massimo, ma è sicuramente una base su cui lavorare per farla arrivare realmente ovunque. Questa sì che sarebbe una riforma, senza dover continuare a mettere toppe di un sistema che continua a far acqua da tutte le parti (Questure e Comuni).

Nel frattempo, non vediamo soluzioni se non nell’assunzione di personale a scadenza per far fronte all’accumulo gigantesco di pratiche inevase.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

 

CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA