Osservatorio multe stradali. Come eludere il problema
Un emendamento dei relatori al decreto Pa e sport prevede l’istituzione di un osservatorio nazionale sulle sanzioni da codice della strada. Dovrebbe sovraintendere alla trasparenza e all’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative e all’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità, verificare le segnalazioni delle associazioni dei consumatori e potrebbe avviare indagini conoscitive.
Registriamo una caterva di tripudi per questa iniziativa di cui si farà carico il ministero dei Trasporti… come se il ministero non esistesse.
Ci spieghiamo. le funzioni di questo osservatorio sono quelle che oggi dovrebbero essere del ministero, che ha a disposizione tutti i mezzi, inclusi quelli economici, per provvedere e farlo col massimo del rendimento. Mentre il nostro osservatorio non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. E quindi a che serve?
Crediamo serva a calmare gli animi esacerbati degli utenti vittime del diffuso uso improprio degli autovelox per rimpinguare le casse comunali, Non solo ma anche a far credere ad alcune associazioni di essere importanti e, soprattutto al ministero e al ministro per aver deviato l’attenzione su un problema che ha proporzioni gigantesche e tutt’altro che educative, facendo credere che loro stanno facendo qualcosa.
Il metodo dell’osservatorio è noto. C’è un problema spinoso che non si vuole affrontare in una qualche istituzione? Ecco una commissione, un tavolo di confronto e, ultimo arrivato, un osservatorio.
Le funzioni che questo osservatorio dovrebbe svolgere le può benissimo fare il ministero, che ha anche poteri decisionali ed esecutivi che non un osservatorio.
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
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