Inflazione in crescita nonostante la grancassa del governo
Il calo dell’inflazione dei mesi scorsi aveva fatto inappropriatamente esultare il governo ché le sue politiche sarebbero state all’altezza della situazione contribuendo a rendere meno onerosa la vita dei consumatori. Questo nonostante il calo fosse dovuto non certo alle politiche italiane, ma all’andamento dei mercati energetici europei ed internazionali che si era “sfiammato” dopo i noti aumenti dei mesi precedenti. E infatti non appena il mercato energetico non regolamentato è cresciuto (da +18,9% a +26,7%), ecco che l’inflazione, nonostante gli assestamenti al basso di tanti altri beni e servizi, è ripartita verso l’alto, da +7,6% del mese precedente a +8,3%.
Siamo quindi in una situazione in cui le politiche governative contano pochissimo. Contano le decisioni extraterritoriali e, soprattutto, quello che decidono i singoli attori, energetici del mercato libero in questo caso. Aggiungendo anche che i cali inflazionistici dei mesi precedenti non hanno affatto contribuito ad un ribasso diffuso, visto che – alimentari e servizi soprattutto – hanno seguito loro logiche basate sull’accaparramento occasionale e sul recupero dei deficit passati (anche per covid).
Il governo, al momento, sta rispondendo con alcuni tagli temporanei (sei mesi) di tasse per un totale di 3 miliardi. Se pensiamo che, ben prima delle vicende energetiche degli ultimi mesi, nel 2015 il governo Renzi fece un taglio strutturale di 10 miliardi, mentre il governo Draghi nel 2021 fece altrettanto taglio strutturale di 8 miliardi…. tagliarne solo 3 per soli sei mesi ci mostra l’inadeguatezza delle politiche in corso. Per cui, con un’inflazione per la quale il governo non è in grado di ridurre il danno, è impensabile che lo stesso governo possa aiutarci a farci meno male.
All’ordine del giorno non ci sono intenzioni ribassiste dei prezzi da parte di chi aumenta incurante del mercato ma pensando solo al proprio tornaconto corporativo. Così come non ci sono detassazioni governative credibili. E la situazione energetica europea ed internazionale sembra al momento solo stabile e su un livello alto rispetto a prima dell’invasione russa dell’Ucraina.
La situazione politica ed economica non sembra prossima a cambiare (e, comunque, con eventuali vantaggi molto al di là nel tempo), in Italia ed in Europa, per cui al consumatore non resta che attrezzarsi per una lunga traversata del deserto. Chi promette o dice altrimenti senza fatti precisi, sta solo cercando consenso come con le tante bugie che abbiamo sentito nell’ultima campagna elettorale delle politiche.
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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